Futuro - 50 anni Union svizzera dei prestatori die personale - Die Temporärarbeit Schweiz - Le travail temporaire Suisse - Il lavoro temporaneo Svizzeria - temporary work Switzerland - 50 Jahre swissstaffing - 50 ans de swissstaffing  - 50 anni di swissstaffing - 50 years of swissstaffing

Urbanizzazione: il richiamo delle città Il potenziale produttivo dell’umanità intera si raccoglie nelle città, specialmente nelle megalopoli). Il concetto di «creative class» fornisce ai cittadini e ai local heros un valido modello per rendere appetibile la propria città alle migliori menti. Ma anche nei caffè più creativi non si possono dimenticare i pilastri dell'economia.

Tutto è iniziato nel 2002, quando il geografo statunitense Richard Florida ha annunciato la rinascita del centro cittadino con il libro L'ascesa della nuova classe creativa. È proprio nei centri cittadini tradizionali, secondo lui, che ci si evolve in chiave urbana, multiculturale e diversificata. Cosa possono desiderare di più le menti creative di un Paese? E dato che in una società fondata sulla conoscenza il potenziale creativo dei dipendenti rappresenta un vantaggio concorrenziale unico, i centri cittadini tornano ad essere uno dei fattori chiave per il successo di un'economia nazionale.

Non è però solo questione di creatività. Negli anni successivi alla pubblicazione del libro, il ruolo delle città si è rafforzato di pari passo all'indebolirsi degli Stati nazionali immersi in un'economia globalizzata. Con lo svanire delle barriere nei commerci e nei trasporti, è sempre più irrilevante la sede del fornitore, sia essa a duecento o a duemila chilometri di distanza. Resta invece importante sapere se il fornitore è a duecento metri di distanza, ovvero raggiungibile a piedi: e queste reti locali, sia sul piano lavorativo che su quello privato, si concentrano nelle città, che di conseguenza vedono aumentare il proprio peso relativo.

Ecco, dunque, che il sindaco acquisisce importanza nella veste di organizzatore economico, basti pensare a Klaus Wowereit, che a Berlino si è fatto portavoce dell'immagine della città, «povera ma sexy», o a Sadiq Khan, che incarna la multiculturalità della metropoli londinese.

Tuttavia, come segnala il ricercatore norvegese Ståle Økland, gestire la città va ben oltre la politica di immagini e simboli. I responsabili non «svolgono il proprio incarico solo inaugurando un bar elegante in una posizione elegante: per rendere forte la città ne devono rafforzare innanzitutto l'economia».

Sottolinea anche l'importanza di avere in città persone valide e riconosce che i settori creativi possono creare un gran numero di posti di lavoro. Ma se «si investe solo nei lati belli della città, vale a dire cultura e lifestyle, trascurando business e infrastrutture», per Økland si finisce per perdere quella base economica da cui dipende ogni capacità di innovazione. L'eccezione alla regola sembra essere al momento Berlino, diventata la metropoli per eccellenza delle start-up e della creatività pur essendo pressoché priva di infrastrutture economiche. Secondo il ricercatore di tendenze norvegese, nemmeno la capitale tedesca può essere un buon modello da seguire: «A quale città consigliereste di imitare Berlino? Non si dovrebbe prima demolirla, per conferirle quel fascino decadente che rende Berlino così unica?».

Indietro
Prestatore di personale: swissstaffing.ch/Membri